Pompeo settendosi batter il falso della spada; subito volta il filo buono, et va ad incontrar le battute nimiche: et andando col piede stanco un mezo passo, contra la man dritta di Curtio, portando con prestezza il piede dritto dinanzi allo stanco, et voltando il pugno della spada, et giustandosi si trovo con la facilita haver parato quel roverso.
Pompeo vedendo che Curtio ha valorosamente parato quel suo dritto, et roverso; mutando partito, gli tiro un roverso finito, insino appresso alla guarnitione della spada di fuora; poi tutto a un tempo cambia il riverso in un dritto: credendo che Curtio nel voltar il pugno contra la sua finta, dovesse la sciarsi trasportare fuora di tempo; et restasse meglio discoperto al suo dritto.
Curtio non credendo del tutto alla finta del nimico: con giusta misura volta il pugno; poi vedendo cambiarsi nel dritto, volta il filo buono nella guardia di dentro; et giustando la spada paro felicemente quel dritto.
Quivi fingendo Pompeo un altra volta; ma per contrario; di tirar un dritto insino al pugno della spada dello aversario; lo cambio in un reverso di mano; il quale fu da Curtio col voltare tosto il pugno della spada, attamente parato: