alla volta della testa di Bellisario il quale ando di subito a prevenire la finta della punta nimica. Et da questo prevenimento; si causo tutto il suo giovamento. Et fu il suo prevenimento fatto a questo modo; cio e che esso alzo la punta della sua spada, a cavalier della spada di Constante; andando col piede stanco inanzi, per fianco della banda dritta del nimico; riportando subito il piede dritto davanti del stanco; et con questo modo maccando la spada di Constante a terra levo quella finta. La qual causo, che Bellisario non hebbe da far altro, per difendersi da quel ramazzone di roverso, che gli volto il nimico; se non di alzar la spada; coprirsi sotto, inchinare alquanto la vita; et portando fuora la spada di Costante; ritrovarsi in guardia di fuora giusto. Cosi esso si ritrovo di havere attillatamente quel roverso nimico parato.
Constante quivi si mette di novo, nella sua guardia di fuora; et assai travaglia Bellisario; con molte finte; per dargli a credere che esso voglia pur entrare, per quella strada; et finalmente dopo haverlo molto travagliato; va correndo per ferirlo. Contra del quale Bellisario, a questo modo si mosse alla difesa. Egli vi ando contra la spada; senza mover il passo, et la vita; come la ragion voleva, che dovesse fare, andando egli alla difesa, per loquale errore, esso resto discoperto di fuora. Di che avendutosi Constante, cambo la punta della spada; la quale era di dentro; riportandola di fuora; et prestamente u olto il filo buono contra la spada di Bellisario; et giustandosi, se gli caccio addosso con la spada, et con la vita; et gli caccio un palmo di spada per di fuori nell spalla dritta.
Hon e dubbio che Bellisario hebbe quella punta da Costante perche esso non mosse il passo, et la vita; quando mosse la spada. Hon dimeno se egli fosse stato presto, con un canso di vita: andando col piede tanto verso la spalla dritta nimica: riportando il piede dritto inanzi del stanco; voltando con giustezza il filo buono della sua spada, che esso si sarebbe da quella punta difeso.