Torquato dall’altra parte; ben dotto, et sicuro nel parare; va secondo la occasione, parando, quando di dentro: quando di fuora, non mancando tuttavia di tenere il nimico soffogato. Per la qual cosa Metello vedendosi a tal modo condotto, volto un roverso sgualmembrato verso la testa di Torquato con mota prestezza.
Torquato allhora, contra quel roverso, volto subito il filo buono della spada di fuora: et cacciandosi inanzi insino alla guarnitione della spada dell'aversario: hebbe quel roverso parato, et havendo di subito con la man stanca preso la spada di Metello dentro della guarnitione, gli diede un dritto sopra la testa. Dal quale volendosi Metello difendere, bisognava che esso prima ben fermato contra le finte nimiche et non perdendo campo, facesse mostra di fingere: et se esso voleva pur coltellare, dovea abbassar la vita; et coltellare per mano; et alcune fiate travagliando il nimico fingere di voler entrare di punta. Che non e dubbio, che quando esso hebbe tirato il suo roverso, si poteva aiutare, cansando alquanto di vita, dalla banda dritta di Torquato; andando dalla banda detta inanzi; prima col piede drito; cansando poi un poco il piede stanco; nel riportarlo di dietro del piede dritto. Perche se cosi havesse fatto, havrebbe fatto duo principali effetti, fra gli altri; l’uno che esso non sarebbe stato preso; l’altro che harebbe ovviato, che Torquato non gli havrebbe potuto tirare quel dritto. Peroche esso gli sarebbe stato talmente a cavaliero, con la spada; che a Torquato non sarebbe messo bene a tirargli quel dritto.