ma vedendolo andar alla parata da alto, gli tiro quella punta verso le gambe. La quale punta, Crasso con giusta misura, et solamente con lo abbasare l’asta. Et col bene giustarsi l’ando con prontezza a parare; molto valorosamente.
Gaio allhora cambia mano con l’asta; et va a meza asta di dentro, a trovare l’alta di Crasso: il quale andava medesimamente contra la trovata della meza asta di Gaio: sapendo tutto quello, che esso Gaio puo fare. Di modo che amiduo quivi in tal modo havendosi trovati; incominciano a contrastare col sapere, et col valore di guadagnarsi il tempo di ferire lo aversario.
Gaio macca l’asta nimica; per fare che Crasso ancho esso macchi, pensando di farsi in quel tempo debile; per portare l’asta di Crasso fuora di tempo: onde poi lo possa ferire.
Crasso quivi macca egli anchora; nel tempo che si sente dal nimico maccare: ma va maccando con giustezza, per non andare fuora di tempo; et quando Gaio si fa agile: esso non vuole andare dietro alla agilita della sua asta; ma restasi a suo luogo ben coperto. Il che fu cagione, che giudicandogli il Signor del campo per duo valenti huomini; gli partisse; pigliando sopra di se, la loro differentia.