per voler mettere ogni loro difesa nella battuta. La qual battuta non si deve usare se non a luogo, et tempo, et a cosi streto bisogno; che per la occasione non si possa far di manco. Percioche egli e molto meglio, et piu sicuro, et parare, et ferire, in un medesimo tempo; si come in tutti i mei discorsi in cio fatti: chiaramente’ho dimostro il che benissimo si puo fare: che mettersi a pericolo alcuno. Imperoche oltra gli altri accidenti, alle volte accade, che altri andando per batter la spada nimica, la falla; et esso resta in quel tiempo tutto discoperto; di maniera, che la vita, la quale debe restare con la spada in filo coperta, viene a mostrare tutto il peto discoperto al nimico. Appresso, per dimostrar che il parare di coloro che lodano il giocare discoperto; sia men che buono; mi convien prima dirvi, le opinioni, et ragioni loro; per poter poi con piu saldi fondamenti, dargli la risposta, che segli conviene. Dico adunque che il fondamento di costoro e questo, che col giocare discoperto si da causa evidente allo aversario; et parimente cuore di andar piu risoluto, et coraggioso a ferire; vedendo il luogo discoperto, che vedendolo coperto. Pensando essi che in quel tempo, che il nemico va per ferire, cansando di vita, e scondendo la spada di punta, et di taglio; di ferir lui. Et questo e tutto il loro fondamento, et disegno. Ora questi tali, che con questo fondamento cercano di mantenere questo loro erroneo parare; io mi movo a rispondere con queste mie ragione fondate sodamente sopra il vero; dicendo, che molto meglio e il giocare coperto, che il discoperto, et la ragione e questa; percioche colvi, che sara instrutto nella scientia delle arme; secondo quello che io ho scritto in questo mio volume; giocando coperto; come dovera giocare; e giocar si deve, andera sempre inanzi a trovar la spada, et il nimico. Percioche andando cosi coperto inanzi con buona ragione, trovera, et soffogara lo aversario suo; et non metterassi a pericolo, stando discoperto; ad aspettarlo. Peroche il piu delle volte suole accadare; et egli e accaduto a questi tali; i quali hanno trovati giocatori che sono andati con tal ragione a ferirgli, nel luogo discoperto; che essi non tanto non hanno potuto haver tempo di cansare ne di scoder la spada, ne di punta, ne di taglio; come era il loro disegno; ma ne anchora si sonopotuti trovar a tempo di presentar loro alcuna difesa; di modo che essi ne sono poi restati malissimo trattati. Contra quell’altri poi che biasimano il ferire di taglio; ho da dire, che bisognarebbe, che essi distinguessero come intendono questo ferir di taglio; et non quali ragioni, et fondamenti lo biasimano: accioche se gli potesse addurre la ragione in contrario. Nondimeno, anchora che questi tali, non alleghino cioche gli move ad haver cosi fatto parare; ma solamente si stanno sul biasimare il ferir di taglio; io per tutto cio non voglio laseiar di dire quello, che io sento di questa loro torta opinione. Et primo io dico, che la spada non fu fatta a caso; ma con ordine, et con misura: et che ella ha duo fili; et una punta. Et cosi i fili della spada, come la punta di essa, sono fatti per ferire,
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