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Allo Invitissimo et Christianissimo Enrico III, Re di Francia et Polonia.

IO non potrei mai, sacratissimo, et invittissimo Re, con parole bastevolmente isprimere quanto io sia stato per lo continuo desideroso di farmi conoscere dalla Maestà Vostra Christianissima, per quello affettionatissimo et humilissimo servitore che le son sempre stato et sarò mentre mi viva. Ma vedendo di non poter adempire questo mio honestissimo desiderio, se non col mezo di alcuna honorata et opportuna occasione, dopò molti discorsi fatti fra me stesso, come ciò potessi fare; finalmente mi si è appresentato il modo di scoprire à V. Mta. l'affettione et servitu mia verso di lei, col mezo di una cosa molto convenevole all grandezza dello invitto suo animo; et all altezza del suo stato reale molto conforme. La qual cosa sarà l'opera, che io di questi anni scrissi intorno all prattica et theorica del bene, et con ragione adoperare, et maneggaire, tutte le sorti di arme. Il che io tanto piu volentieri mi son proposto di fare; quanto che da molti iIlustri, et gran personaggi; ho inteso, come V. Mta. sopra ogni altro suo magnanimo, et real pensiero; et tutta volta, et tutta volta, et tutta data; a questa heroica, et principale professione delle arme: del che en posso fare ampia testimonianza al mondo, le grandi, et difficili imprese, da lei in questa sua giovenetta eta; condotte a votivo, et felice fine. La onde questo nostro secolo non fa per anchora risolversi, qual receva maggior ornamento, et splendore; o la Mta Vostra dalle arme; o le arme da lei. Io essendomi lungamente con molto prositto, honoratamente exercitato in detta scientia; la quale veramente e regina di tutte le' altre scientie; come V. Mta. potra giudicare col suo divinissimo ingegno; dallo armeggiare, et dallo exercitarsi, che ella fa tutto di nelle arme. Havendo scritto in questa facolta uno mio libro; et per giovare solamente; quanto in me sia; a tutti i gentilhuomini, et Cavalieri, che facciano veramente professione di arme; et di honore; ho preso animo, et sicurezza; col mezo del detto mio libro; di palesare alla Mta. V. quello, che io per lo continuo, ho cotanto disiderato; cio e la infinita devotione, et servitu mia, verso la Christianissima sua corona. Per tanto io ho dedicato et consacrato à V. Mta. esso mio libro, il quale le sarà saggio, et guida, di alcune altre mie fatiche, pur in tal materia fatte, che io tuttavia vado apparecchiando, per appresentargliele. Mando adunque alla Mta. V. il libro per mano del molto generoso S Luigi Arluno, nobilissimo gentilhuomo Milanese: dal quale ciascuno honorato gentilhuomo, et Cavaliero, può honoratamente pigliare lo essempio del vero valore; et la forma della vera cortesia. Questo valoroso gentilhuomo mio principale, et caro amico, al quale per le infinite sue cortesie sono molto obligato,