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Difference between revisions of "Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/210"
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− | & dice il salmo che Dio ha data la terra a gli figlioli de lhomo; & ad quello che se laquista; & disse Dio nella prima creatione, quello che calchara il suo pede sera tuo & lo imperio procede da Dio, & dala fortuna como se scrivera al capitulo sequente; & dice Baldo che non e bono che sempre lo mondo sia in tribulatione, & angustia, & la fortuna della battaglia, si pol dire, provista da Dio, secondo che dice la lege civile, & colui che perde pare haver renunciato limperio, & impero doverebbe essere del vincitore il quale parte ne havia, & da questa battaglia veneria beneficio che foria<ref>seria (saria)</ref> punito quello di loro elquale non fosse bene eletto; perche e heretico, & scismatico, & non e bene che fosse sostenuto per la divisione, & scisma; tamen secondo la lege canonica non debbe co{{dec|u|m}}battere per imperio tal caso, ma se debbe andare al Papa overo a gli electori de limperio, & questa parte si monstra esser vera, perche lo imperatore non debbe personalmente combattere perche in epso e la salute universale como dice nel libro ''De Bello Iudayco'', & Quintiliano, & dice Onexandro che uno imperatore debbe piu per consilio, & prudentia combattere per beneficio della republica che con la propria persona; & lo imperio sie da Dio dal qual e ogni potesta, & impero non si debbe dare per fortuna, ma per volu{{dec|u|n}}ta divina, & essendo da Dio non si debbe ponere al dubio, & evento della battaglia, {{red|et have{{dec|u|n}}do l'imperio per causa della battaglia, et no{{dec|u|n}} per la porta de la santa chiesa seria tyranno, et da{{dec|u|n}}noso a tollerare a l'imperio del mo{{dec|u|n}}do, p{{dec|u|er}}, p{{dec|u|er}} la ragione divina che dice, q{{dec|u|ue}}llo che no{{dec|u|n}} e{{dec|u|n}}tra p{{dec|u|er}} la porta e ribaldo et latro.}}<ref>The body of text depicted in red is | + | & dice il salmo che Dio ha data la terra a gli figlioli de lhomo; & ad quello che se laquista; & disse Dio nella prima creatione, quello che calchara il suo pede sera tuo & lo imperio procede da Dio, & dala fortuna como se scrivera al capitulo sequente; & dice Baldo che non e bono che sempre lo mondo sia in tribulatione, & angustia, & la fortuna della battaglia, si pol dire, provista da Dio, secondo che dice la lege civile, & colui che perde pare haver renunciato limperio, & impero doverebbe essere del vincitore il quale parte ne havia, & da questa battaglia veneria beneficio che foria<ref>seria (saria)</ref> punito quello di loro elquale non fosse bene eletto; perche e heretico, & scismatico, & non e bene che fosse sostenuto per la divisione, & scisma; tamen secondo la lege canonica non debbe co{{dec|u|m}}battere per imperio tal caso, ma se debbe andare al Papa overo a gli electori de limperio, & questa parte si monstra esser vera, perche lo imperatore non debbe personalmente combattere perche in epso e la salute universale como dice nel libro ''De Bello Iudayco'', & Quintiliano, & dice Onexandro che uno imperatore debbe piu per consilio, & prudentia combattere per beneficio della republica che con la propria persona; & lo imperio sie da Dio dal qual e ogni potesta, & impero non si debbe dare per fortuna, ma per volu{{dec|u|n}}ta divina, & essendo da Dio non si debbe ponere al dubio, & evento della battaglia, {{red|et have{{dec|u|n}}do l'imperio per causa della battaglia, et no{{dec|u|n}} per la porta de la santa chiesa seria tyranno, et da{{dec|u|n}}noso a tollerare a l'imperio del mo{{dec|u|n}}do, p{{dec|u|er}}, p{{dec|u|er}} la ragione divina che dice, q{{dec|u|ue}}llo che no{{dec|u|n}} e{{dec|u|n}}tra p{{dec|u|er}} la porta e ribaldo et latro.}}<ref>The body of text depicted in red is truncated in the original scan and is thus reproduced here as found in the posterior 1544 edition.</ref> |
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Latest revision as of 19:24, 12 January 2025
& dice il salmo che Dio ha data la terra a gli figlioli de lhomo; & ad quello che se laquista; & disse Dio nella prima creatione, quello che calchara il suo pede sera tuo & lo imperio procede da Dio, & dala fortuna como se scrivera al capitulo sequente; & dice Baldo che non e bono che sempre lo mondo sia in tribulatione, & angustia, & la fortuna della battaglia, si pol dire, provista da Dio, secondo che dice la lege civile, & colui che perde pare haver renunciato limperio, & impero doverebbe essere del vincitore il quale parte ne havia, & da questa battaglia veneria beneficio che foria[1] punito quello di loro elquale non fosse bene eletto; perche e heretico, & scismatico, & non e bene che fosse sostenuto per la divisione, & scisma; tamen secondo la lege canonica non debbe combattere per imperio tal caso, ma se debbe andare al Papa overo a gli electori de limperio, & questa parte si monstra esser vera, perche lo imperatore non debbe personalmente combattere perche in epso e la salute universale como dice nel libro De Bello Iudayco, & Quintiliano, & dice Onexandro che uno imperatore debbe piu per consilio, & prudentia combattere per beneficio della republica che con la propria persona; & lo imperio sie da Dio dal qual e ogni potesta, & impero non si debbe dare per fortuna, ma per volunta divina, & essendo da Dio non si debbe ponere al dubio, & evento della battaglia, et havendo l'imperio per causa della battaglia, et non per la porta de la santa chiesa seria tyranno, et dannoso a tollerare a l'imperio del mondo, per, per la ragione divina che dice, quello che non entra per la porta e ribaldo et latro.[2]