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erano principi della militia, & erano investiti con una spata di oro in mano ad governare tutta la militia, secondo Salustio in Iugurthino il qual scrive di Metello & Mario che erano in tal officio con piena potesta de imperare a gli centurioni, et haviano una parte della potesta imperatoria secondo Quintiliano, & questi potrebbono combattere con ogni Conte, & con ogni Duca, o Marchese, o principe subdito che tengono il principato della militia, & quelli Duchi gli quali sonno duchi con administratione, & non di exercito imperiale, & non sonno liberi, questi tali non potrebbono combattere con uno Conte il quale tenesse in suo contato loco de principe, o di Re che havesse le reale, & senza superiore, & intitulati dei gratia che non recognoscono superiore se non Dio, & la spata, & hanno la suprema potesta, & non deferiscono da gli Re in potesta, & quelli Conti gli quali sonno subditi al Re, o a l'Imperio si appellano Conti che debbono essere di continuo in compagnia dil loro Re al commentario suo il quale era il loco dove gli principicelebravano gli consigli, overo sonno detti Conti dalla corte del principe laquale se dice comitato, & questo e nome de dignita collata dal principe loro, & questa dignita debbe essere ornata di molte virtu, perche sonno compagni del principe debbeno essere homini di honore grandi, & quelli che fossero senza virtu doverebbono essere cazzati de ogni corte di bono principe per non essere in sua societa, perche dice la lege che homini infami non ponno entrare in corte de principi, ne habitare appresso il palazzo suo, ne ponno havere tal dignita homini indigni, & in tempo