ando di subito a incontrare Dardano, nel quale incontro l'uno, et l'altro, si trovarono con le spade loro dritte di fuora: et con le mancine di dentro abasso; con le punte verso terra: come di sopra nelle' figure si puo vedere.
Dopo cio incominciarono amendue a maccarsi le spade: hora in un medesimo tempo; hora l’una spada senza l’altra. Et quando l’uno macca; l’altro macca anchora; ma con giusta maccata; per non si lasciar portare fuora di tempo. Dove maccando alle volte Mezentio, contramacca anchora Dardano; et quivi si fa debile di subito, per tirare la spada dello aversario fuora di tempo. Ma Mezentio maccando con giusta misura: non va pero contra la spada nimica, quando colvi si fa debile: ma si sta a suo luogo et nella sua fermata. Et di qui aviene, che quando l’uno cerca di voler scodere una delle sue spade; l’altro in quel tempo lo va a serrare di maniera, che non gli lascia tempo di potere far cosa alcuna. Et percio che amendue erano egualmente periti in quello armigero essercitio: quando quivi pure aveniva, che l’una delle spade loro, si fossero scosse, essi di subito tornavano a trovarle, et a impegnarle. Di modo, che con questi, et altri bellissimi contrasti, i duo Cavalieri lunga pezza contrastorono insieme. Et piu lungamente havrebbeno contrastato, se il signor del Campo, non gli havesse partiti: et posti d’accordo.