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et a entrare dal mezo indietro della spada. Ora poi che il giocatore havera imparato tutte le sudette cose; et si sara assicurato nelle trovate della spada; et fatto destro nelle scosse di quella; et si sara similmente esercitato nel gioco dell’agilita; con le scosse; et sara fatto presto delle mani, et di piedei, con passi giusti, fatti a luogo., et tempo; non senza bisogno; resta che egli si eserciti nel gioco della fortezza; con le maccate della spada: nelle quali maccate, esso non dovera sempre cercare di voler scodere la spada; ma di dar cagione al nimico, che la scoda prima: col tenergli sempre sotto la spada soffogata. Piu in oltre, esso si havera da essercitarsi nel gioco della meza spada; con la fortezza, et con la agilita: accompagnate alla ragione; che habbiamo altrove insegnato. Ultimamente dovera egli esercitarsi anchora, nelle entrate libere di punta; et cosi di subito prendere il nimico con le prese; da me insegnate gia nel trattato mio della sicienza delle arme; et cosi di non lasciar mai haver tempo alcuno al nimico, di potersi prevalere della spada, che esso terra in mano. Et percioche questo e quanto hora mi e souvenuto di discorrere intorno a questa scientia; faro qui fine; levando a V.S. hormai la fatica dello urdire; et a me quella del ragionare. AR. Il vostro ragionamiento, M Gio Antonio mio, mi e stato tanto grato, et caro; che io son stato per lo continuo attentissimo ad ascoltarvi: come quello che ho sentito con mia grandissima sodisfattione; particolarmente ragionare di questa vostra scientia: la quale, sopra tutte le altre , sommamente mi diletta, et infinitamente piace. He sara mai che io non vi sia tenuto, della felice giornata, che mi havete data; et della infinita obligatione, con la quale mi havete immortalmente obligato. Ma perche gli augelletti di questi giardini, col canto loro piacevolissimo, ci dimostrano la vicinita della sopravenente sera; sara benissimo fatto, che ce ne andiamo a cenare. LOV. Andiancene, Signor mio affabilissimo.