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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/48

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contra justitia combatteno li intravene il contrario, che se debilitano loro forze. dunque havendo provato si como se debbe andare ala battaglia con justitia, & non spento da ira, invidia, o da perversa volunta. Dico che tale precepto debbe essere observatro del justificare; & dice Livio nelo septimo libro ab urbe condita. Che havendo un gentilhomo francese de gran fortezza voluntariamente provocato, Marco Valerio gentilhomo Romano, fo da lui cioe da Valerio superato, intravenendoce uno prodigio, cioe male signale de uno corvo che venne dalo aere in favore del dicto Marco Valerio; simelmente Metio Tusculano havendo voluntariamente in battaglia presonale Tito Manlio provocato, fo dalui morto, & superato; & referisce anchora Livio, che havendo un'altro francese anchora Tito Manlio provocato simelmente dalui fo superato; & referisce Livio in secundo bello punico che provocando Jubelio Tarentino, Claudio Asellio, fo suparato dalui, fugendo; & cosi scrive de Badio campno provocanto Crispino, elquale non solamente lo vinse, ma anchora le arme li spoglio; & Justino referisce de Alexandro Magno, che superato Re Poro suo provocatore ; & il più dele volte quelli che voluntariamente, & senza necessità de defensare il proprio honore rechiedeno, restano perditori; perche tentano Dio, como dice la decretale; & per questo soleno gli acostumati, & discreti cavalieri continuamente dire; che vanno ala battaglia per sostenere, & defendere laloro justitia, essendo dubiosa; & quando la loro justitia, essendo dubiosa; & quando la loro jusitita chiaramente se cognosce, ponno audacemente dire quello dicono volerlo provare, & mantenire;