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de battaglia con epso stando la iniuria vera; scripto e de sopra il combattere per religione dela militia procedere da defendere la verita, & conservare la fama e la disciplina militante; ne per vana fama a quella deverse venire. Dunque qua e da distinguere ogni parte de tal querela, cioe se il cavaliero provocante ha processo a tale iniurie, anchora che vere siano con animo de iniuriare, o con animo de se guardare lo honore non con volere perrompere a tale villanie senza causa se con animo de iniuriare e loco de battaglia secondo la lege civile; & la ragione e questa; che stando per verita lui essere tale quale le iniurie demonstrano, non pero apertene a boni cavalieri iniuriare altro senza cagione como che la humanita questo non recerca, ante coprire li defecti altrui in quanto se po, non essendo interesse a chi le copre. Et anchora che la dispositione de lege tale battaglia al iniuriato fosse concessa non debbe intrare nel campo lo iniuriato; perche intrando saria la sua diffesa senza iustitia volendo defendere falsita; & se pur baldanzoso il provocato volesse de tal lege godere se debbe procedere al elegere il campo, arme, il iudice, & ogni altra particularita (secondo de sopra e narrato) e venuti davanti il iudice debbe lo iudicante in cio essere discreto, & non dare il campo, ne fare seguire la battaglia; & questo anchora che cognosca havere facto gran deshonesta il provocatore iniuriare il provocato; nondimeno stando le iniurie vere combatteria contra la verita il provocato; ma se lo iniuriante subiungendo dicesse io non ho voluto iniuriare te; ma perche e interesse dela republica li defecti de