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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/177

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per trovare la verita; & non provandose in iudicio tale infamia se debbe venire ale prove iudiciale, & farse lo processo sopra tale libello; & facti gli acti iudirici, quale voleno che tale infamia sia purgata per la sententia; & quello che ha infamato e rimaso calumniatore, & mentitore, & pieno de vergogna; & debbese purgare la pena ale soi constitutione descripta, & annotata; & quello che se trova per la sententia purgato delo suo honore, po realmente dimandare alo iudice la punitione dela statuita pena doverse donare ad quello che tale infamia ha opposta ad quello che per la sententia se trova innocente; & cosi per lo contrario punire lo infamato se iustamente ha lo delicto ad epso opposto; & in questo senza sententia lo iniuriato retenere satisfacto; & saria pero arbitrio suo po volere la punitione dal iudice si, o non de tale calumnia la dignita della persona iniuriata, & questa e la verita; fui dimandato da uno nobile cavaliero se in tale caso se potesse procedere ad lo dipingere deliniuriante quando constasse de la sua innocentia, & donai il voto mio de non; che le sacre lege voleno che una persona non sia il iudice in la causa propria; & questo e per ragione de imperatori approbata per tale causa, como che lo iudicio debbe essere in tre persone, cioe lo auctore, lo reo, & lo iudice, & dandose potesta ad una persona essere iudice in causa propria, seguitaria che constasse il iudicio tra doi, cioe lo auctore, & lo iudice, o lo convento, & lo iudice; & cosi la iustitia non andaria bene; attento che mai se faria iustitia