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Incomincia il septimo libro dove se tracta dela nobilita de cavalieri che veneno a battaglia, dove se tracta in materia dela nobilita. Capitulo I

Le lege imperiale dando doctrina vera, & copiosa un vilano, overo plebeio non devere intrare in querela de oltranza o de arme, o de virtu con homini che siano nobili, & cavalieri non de sangue chiaro, como che in tale caso se recerca la equalita del sangue nobile; & pero quando in simile caso se vene il piu dele volte reprovano li homini rustici como non degni venire a simile experimentatione d'arme conveniente ala nobilita, & generosita de cavalieri; & pero e necessario prima intendere la nobilita che cosa e, & donde p{{dec|u|ro}ceda; & che privilegii habbia volendo seguire in cio il sententioso, & morale poeta Folrntino Dante in La Comedia sua in uno canto subtilissimo che incomincia; la dolce rime de l'amore solea trovare imei penseri; lui tracta che un imperatore disse che la nobilita e antiqua ricchezza accompagnata da boni costumi. Dante reproba tal sententia del imperatore dicendo, che attento che le richezze sono vile non possono pero altri nobilitare; como che li animi deli homini non possono contentare. Bartholo dice che le ricchezze giovano a dare nobilita, & giovano a magnificentie, quale e virtu concledendo che possono aiutare a donare nobilita; ma non possono aiutare