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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/144

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a non perdere la testa. Dasse in cio vera diffinitione, che tal battaglie se concedeno per lo signore dove se exequisseno; & tal licentia excusa lo vincitore del delicto quale se li opponere che venendo a battaglia per querela a defensione dela vita ogni delicto se purga, & la victoria rende de cio vero testimonio secondo il stile de cavallaria; & a questa sententia misser Angelo Perugino se accosta, & decide dando exemplo de doi cavalieri francesi, quale con licentia del signore luno havendo l'altro morto, determino il vincitore non potere dal suo signore per homicida essere condennato.

Se uno e rechiesto de battaglia da uno altro, sel signore del provocato lo po prohibire che non combatta. Capitulo IX.

O quanto e subtile questo dimando, e rechiesto uno cavaliero vasallo de un principe da uno altro cavaliero, quale non e vasallo del signore. Chel rechiesto debbia venire per li cita causa a battaglia de oltranza con epso, & de tale promessa ne ha notitia il signore, quale chiamato il suo vasallo convitato, & citato a battaglia per imperio li comanda che non debbia tale stomesa, che vole dire disfida acceptare; perche essendo suo vasallo ha in soi bisogni la sua persona operare; decida tal caso, chi sa se tal excusa possa il rechiesto excusare; & potriase per causa de dubitatione dire la persona del vasallo essere primo obligata al proprio signore, che ad altro; & secondo la lege civile il principe e signore dela persona del vasallo; & stando