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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/171

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dela compagnia de bon cavaliero permettendo de farse bandire, & iniuriare del provocante ante con astutia, & colorate ragione, o con la spata iustificare la querela dela ragione havera.

Se un cavaliero rechiede uno philosopho se e tenuto il philosopho comparere. Capitulo XXVI.

Faceto, & degno adimando; un cavaliero gagliardo rechiede uno philosopho, overo legista a guagio de battaglia a oltranza se non acceptando il doctore, o philosopho la querela se le de esser imputato a carico; decidese per il philosopho Aristotele non li essere amancamento imputato; como che sia uno proverbio vulgare; tractano li fabri le cose fabrile; che e da intendere ogni persona adoperi il suo exercitio che inconveniente cosa e un experto de arme rechiedere uno che mai vestire corazza, ne fa oper are la spata; & seguiria tal inconveniente como il doctore rechiedesse lo armigero a disputare, che saria abusione, o un armato, un ignudo, o una donna dove costoro acceptando la battaglia, il cavaliero martiale vincendo saria epso il vinto, & deriso anchora da valenti homini; & se pur il cavaliero al doctore fosse molesto a provocarlo a combattere po como de stilo de arme il rechiesto, alquale il iudice, & arme sono in electione; dire alo armigero io elego combattere con uno libro in mano, & tu con uno altro il philosopho dira, & io con testimonii defendero la mia causa inanzi lo mio iudice; & con queste resposte