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Page:Capitolo di M. Mercvrio Spetioli da Fermo (Mercurio Spezioli) 1577.pdf/17

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Fammi gratia Signor che quei che auari
 Saran verso di mè se ben li insegno
 Con tanta pura fè, che meno impari,
Vemp’è hormai di ridur mio scorso legno
 Nel port, et di tramar l’ordita tela
 Hauendo data la mia fè per pegno.
Acciò falso io non paia con la vela
 Gonfia di falsi vengo à riparlare
 Poi che non vi è più cosa che mel cela.
Dunque Muse vi hauete à ricordare
 Ch’io interlaßando le botte di falso
 Falso tutte m’hauete à dimandare
Dirouui dunque le botte di falso
 Eßer dodici pur come di taglio
 Qual è il contrario del suo proprio falso.
Fate così tutt’elle che di taglio
 Principiando van sino al lor fine
 Tornando indietro fian falso, è non taglio.
Chi meglio intender vuol l’orecchie inchine
 Ch’io lo voglio mostrar piû chiaro, e aperto
 Che son come la rosa in su le spine
Che dal man dritto sbiaßio con effetto
 Deriua il falso di rouerso sbiaßio
 Tornando per sua strada quest’è certo
Et parimente dal riuerso sbiaßio
 Tornando pur per la medesma via
 Ne vien ancor di dritto vn falso sbiaßio