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Page:Capitolo di M. Mercvrio Spetioli da Fermo (Mercurio Spezioli) 1577.pdf/4

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A tal che ‘tra me stesso guidicai
 Che meglio era per mè d’ vscir d’impaccio
 Ond’in cotal parole incominciai
Muse gentil poi che in ciò vi compiaccio
 Sedete qui d’intorno in queste’herbette
 Mentre io da Marte il fauor mi procaccio
Pregate anco voi Apollo ch’interdette
 Non mi sian le parol potere vsare
 Come verran, ò sian turbide, ò nette
Quel ch’io vo dire,ogn’vn habbia à notare,
 Che questo d’arme nobile esercitio,
 Sol per due cose al mondo si dee fare;
Una sia per honor, et non vitio,
 Per vtil l’altra, dal prima deriua
 La gloria, et l’altra à ogn’vn fà più seruitio.
Questo da prima, ch’in Roma fioriua,
 Mestier di guerra, ch’ognuno imparaua
 Quel ch’ad buon soldato conueniua.
Offender, et difender lo chiamaua,
 Ma l’vn far senza l’altro non è buono;
 Però chi più lo fea più dominaua.
Hora per imparar queste, che sono
 Di tanto giouamento, si richiede
 Quattro cose, ma pria che’l cuor sia buono
Iudicio, buon occhio, man, et buon piede,
 Et far che l’occhio al giuditio obedisca,
 La man pò all’occhio, et alla man po' il piede: