gesse di riverso per testa, potrà andare in guardia d'entrare, passando del pie manco alquanto innanzi, & tutto a un tempo crescere del destro, e spingerli la punta per il petto: & ciò fatto rimettersi alla guardia sopradetta. Ma s'egli li rispondesse d'un mandritto per gamba; potrà tirarla alquanto indietro, spingendogli in quell'instante la punta per faccia, & subito ritornare alla predetta guardia. Ma se per caso egli li spingesse d'un'imbroccata, la potrà parare con mezzo mandritto, & tosto cacciarli per il petto una punta riversa, facendo che'l pie manco segua il destro, & subito ridursi alla guardia di cui si ragiona. Ma quando egli li tirasse una punta sottomano; potrà difenderla co'l fil dritto della spada, volgendo ben la persona di dietro le parti destre, & poi ferire d'una punta riversa: ò vero potrà andare a incontrare la spada del nimico co'l forte del suo fil dritto, volgendo ben la persona, come hò detto, e in quel tempo spingerli la punta nel petto, accompagnata da un riverso, il quale ritornerà in coda lunga stretta: & così con quest'ordine ancora si potrebbe esercitare nella sopradetta guardia.
Lep. In quanto tempo credete voi, che uno imparasse questa maniera di parare co'l fil dritto della spada, & ferire di punta?
Gio. Secondo gli huomini: Perché se ne trovano di quelli che imparano presto, & di quelli che imparano tardi. Nondimeno crederò che uno in un mese, ò poco più, l'imparerebbe: ma che servire se ne potesse così sicuramente non credo.
Lep. Perché ragione?
Gio. Perché egli non haverebbe ancor la prattica di conoscere il tempo: la quale, come vi hò detto, bisogna acquistarla esercitandosi con diversi. Onde per questa ragione si può concludere, che saranno rarissimi quelli, i quali acquisteranno la detta prattica per esercitarsi solamente co'l Maestro: perché egli alla fine insegna