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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/41

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nale ne l'arme, & la fortezza senza prudentia e temerita. Però se debbe experimentare bene nanti che ala spata se pervenga, debbese ogni timore da l'animo togliere & cacciare; perché dice Salomone neli proverbii chel timore è causa de cadimento. Et Saulustio nelo Catillinario dice quello havere maggiore periculo nela battaglia che più teme, perché l'audacia è muro alo combattante. Seneca dice nele tragedie, che peggiore è il timore nela battaglia, che epsa battaglia propria. Onde concludendo dico che con fortezza, & con prudentia se ha da intrare, & da uscire da ogni periglioso prelio, ne debbe essere tanto el combattitore da l'arme aggravato chel corpo restasse impedito, in modo che più dale proprie arme che dallo inimico potria dire essere superato & vinto. Legese de David che volendo andare ad debellare il gigante Golia ad deponere la imposta corazza se ritorno dicendo che più impedimento che aiuto gli donava, onde disarmato combattendo romase alfine vincitore. Però tutto el corpo debbe essere armato como vole Platone, & Tullio sempre con lo animo invicto sperando in la divina justitia combattere, & extimando l'inimico proveda, & ripara a l'astutia de quello con animosa fortezza sperare fermamente essere vincitore senza suspitione de perdere, sempre se renfresche le forze nel combattere, seguendo la battaglia animosamente resti con victoria.

Dele battaglie da una persona a un'altra sono prohibitte in certi lochi & tempi. Cap. VI