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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/51

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de la experientia, che sempre Dio aiuta la verità; & per non essere sempre mai la ragione vincitrice erché è incerto, & occulto lo divino judicio; per questa ragione non se debbe aspramente punire el perditore che sarà vinto, & superato in tale battagli; & la pena che per la perduta meritasse, se debbe per tale cagione mitigare, como de continuo se vede, che molti combatteno con justitia, pero de loro impresa in battaglia remaneno perditori; quantunche combatteno sotto lo auxilio dela justitia, & lo scuto dela ragione per la defensione adoperano; perché se ha da sapere che tale perduta per altro che per infortunio non potria intravenire causato per peccati longo tempo commessi dalo perditore; & per questo dalo Decretale notamo uno proverbio antiquo; peccato vecchio causa penitentia nova ale personale battaglie. Et la incertitudine & lo dubio dela victoria se causa; perché rare volte se trovano doi cavalieri de providentia, & de peritia combattere; anchora molte volte in tale battaglia se perde per diffecto dele arme male temperate che spesse siate una per finezza de l'altra è de maggiore bontate; & questa sententia se trova in molte antique auctoritate scripta; parlando de questa sententia fo Federico Imperatore, che non è da maravigliarse molte volte si lo justo cade in battaglia; perché si como de sopra è dicto li judicii divini sono molto occulti nele battaglie; quantunche commune opinione è che quello ilquale have justitia vere similmente debbe essere vincitore; & per causa incertezza dela