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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/73

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che del campo e cacciato debbe essere perditore; quantunche nela impositione del iudice non li fosse facta mentione. Adunque sara il discacciato supertao, ma non pero se debbe decapitare. Attento che con forza, & non con voluntate ruppe il prohibimento del iudice. Et questa decisione se trova in lege civile che dice, che quando non se desobedisse con proposito, & volunta de non obedire, non se debbe de pena capitale punire; & havendo quello de necessita de forza preterito im comandamento, non ha commessa disobedientia; & vole la lege imperiale che essendo dato bando a uno che sotto pena dela vita, non devesse fora dela citade uscire, & trovandose in su le porte fusse per forza de fora buttato; & per violente potentia per havere passazto el vetato termine non se debbe pero iuxta lo tenore del bando punire, overo trovandose insu le mure, & fusse sprovistamente da un suo inimico assaltato per amazarlo; in modo che non havesse altro riparo per salvarse la vita saltando dale mure; & trovandose fora dela cita; similmente non saria in pena per la inopinata necessita del fugire; si como una nave che per contrarieta de vento arriva forzatamente in porto ad epsa prohibito non e in pena pero il patrone per la irreparabile violentia deli suffianti venti che lo scusa; & anchora che de Romulo se lege che facesse decapitare il fratello per non havere observato lo fraternale precepto de non passare la statuito termine; non fo pero la sua sententia iusta, anzi nequissima. Attrento che trovandose signore si come lui; quantunche per necessita non observasse quello che con sua volunta, & potestate a honore