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di più la spada, e caminano da ogni banda, e storcano la vita, & la prostendono e ritirano in molti giochi stravaganti, che sono cose fatte fuor della vera ragione & trovate per ingannare i goffi e far difficile il gioco; nondimeno lo stringer della spada quando non posso far altrimenti cercando la misura nella mia guardia è necessario, solo che stringa in linea dritta il debole della spada nimica con il forte della mia chè quella, cavalcandola, senza toccare, ma solo nel ferire hurtare col forte il debole della spada nimica di dentro o di fuora secondo l’occasione del ferire.

111 Il cavare, se pure è buono, è buono nell’occasione che l’avversario mi havesse stretto e levato dalla linea dritta: all’hora mi sarebbe lecito anzi necessario il ritirarmi cavando con un poco di cedimento di vita o di piedi, rimettendomi subito nella linea dritta a cercare la misura, perchè il cavare è fatto contro lo stringere & sì come lo stringere si fa nel muover innanzi la spada così la cavattione si deve fare nel ritirarla.

CAPITOLO XII.

Del ferire.

112 IL ferire è l’ultima attione offensiva della scherma, nella quale arrivato che sono a misura stretta, mi muovo con la vita, con le gambe e con le braccia, tutt’in un tempo spinte innanzi a più potere, a ferire l’avversario; e questo si fa di piè fermo o con l’accrescimento del passo, secondo la grandezza della misura stretta e secondo che mi vien più commodo di prender più l’una che l’altra misura, perchè se per la mia tardanza o per furia dell’avversario si dileguasse la prima misura, mi potrei servire della seconda, ferendo a piè fermo, chè in questo caso non accade che maggiormente affretti il passo che con il piegare solamente il ginocchio dritto, non mi convien cercar più stretta misura, onde havessi ad accrescere il passo.

113 Il ferire si fa in tre modi, perchè posso ferire l’avversario mentre che io mi fermo e lui si muove per cercare la misu-