Wiktenauer logo.png

Difference between revisions of "Page:L'arte di ben maneggiare la spada (Francesco Fernando Alfieri) 1653.pdf/190"

From Wiktenauer
Jump to navigation Jump to search
(→‎Not proofread: Created page with "forza , e fi difciolgono le braccia»* fe riguardiamo alla fua origine , e chi fofse il primiero, che lo ponefse in vlò ed aggrandilb,» dice Saluffio, che folse nel regnar...")
 
Page statusPage status
-
Not proofread
+
Proofread
Page body (to be transcluded):Page body (to be transcluded):
Line 1: Line 1:
forza , e fi difciolgono le braccia»* fe riguardiamo alla fua origine , e chi  
+
forza, e si disciolgono le braccia; se riguardiamo alla sua origine, e chi fosse il primiero, che lo ponesse in uso ad aggrandillo, dice Salustio, che fosse nel regnar di Nino; poi nell'Asia Ciro, in Grecia i Lacedemoni, e gli Ateniesi, e si passò à Romani, appresso de' quali havevano publiche Academie, nelle quali veniva da professori ammaestrata la gioventù, onde non essendo da dubitare della antichità, e meravigliosi effetti dello Spadone, e chi perfettamente vuole ben maneggiarlo, è necessario l'esercitarsi nell'arte, che altramente non ad altro serve, che ad intricare ed inviluppar le mani, il che non accade ad uno sperimentato, il quale venendo contra il nimico, haverà pronti i partiti, che saranno appropriati al caso, e fatto ardito dalla virtù, e l'accompagnarà con la vendetta. A quelli dunque, che senza altri discorsi conoscono questa virtù, sarà facile impresa l'arrivare alla perfettione, che si desidera, osservando però le lettioni delle seguenti Figure, le quali hanno palese quelle particolarità, che difficilmente si possono dichiarare con le parole, & sia il fine del presente discorso di quest'arme.
fofse il primiero, che lo ponefse in vlò ed aggrandilb,» dice Saluffio, che  
 
folse nel regnar di Nino» poi nell’Aria Ciro , in Grecia i Lacedemoni,  
 
egli Ateniefi , e ri parie» à Romani , apprefso de’quali fuueuano publi-
 
che Academie, nelle quali veniua da prcfefsori ammaeftrata la giouemu,  
 
onde non ericndo da dubitare della antichità » e marauigliori effetti dello  
 
Spadone, e chi perfettamente vuole ben maneggiarlo, è necelsario l’efer-
 
citar ri nell’arte, che altramente non ad altro f erue , che ad intricare ed in»
 
uiluppar le mani ,ilche non accade ad vnolperimentato, il quale venen-
 
do contra il nimico, hauerà pronti i partiti » che riranno appropriati al  
 
calo» e fatto ardito dalla virtù, e l’accompagnarà con la vendetta. A quelli  
 
dunque ^che lènza altri difcorfi conolcono quella virtù , farà faci] im-
 
prefa l’arriuare alla perfeteione, che fi deriderà , oiseruando però le Ict-
 
tioni delle lèguenti Figure > le quali fanno peldè quelle particolarità, che  
 
difficilmente fi polsono dichiarare con le parole» & ira il fine dei prelènte
 
dilcorlò di quell’arme »
 

Revision as of 17:31, 10 August 2017

This page has been proofread, but needs to be validated.

forza, e si disciolgono le braccia; se riguardiamo alla sua origine, e chi fosse il primiero, che lo ponesse in uso ad aggrandillo, dice Salustio, che fosse nel regnar di Nino; poi nell'Asia Ciro, in Grecia i Lacedemoni, e gli Ateniesi, e si passò à Romani, appresso de' quali havevano publiche Academie, nelle quali veniva da professori ammaestrata la gioventù, onde non essendo da dubitare della antichità, e meravigliosi effetti dello Spadone, e chi perfettamente vuole ben maneggiarlo, è necessario l'esercitarsi nell'arte, che altramente non ad altro serve, che ad intricare ed inviluppar le mani, il che non accade ad uno sperimentato, il quale venendo contra il nimico, haverà pronti i partiti, che saranno appropriati al caso, e fatto ardito dalla virtù, e l'accompagnarà con la vendetta. A quelli dunque, che senza altri discorsi conoscono questa virtù, sarà facile impresa l'arrivare alla perfettione, che si desidera, osservando però le lettioni delle seguenti Figure, le quali hanno palese quelle particolarità, che difficilmente si possono dichiarare con le parole, & sia il fine del presente discorso di quest'arme.