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Page:L'arte di ben maneggiare la spada (Francesco Fernando Alfieri) 1653.pdf/193

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DELL'USO, E DELLA LUNGHEZZA, e del forte, e debole dello Spadone.

Cap. III.

A Tutto mio potere mi sono sforzato, che in questo picciolo volume non si trovi cosa alcuna, che non sia approbata dalla esperienza, ne esperienza, che non sia accompagnata dalla ragione, per tanto lo studioso Cavaliere vedrà per le seguenti figure la varietà de'siti, e positure di corpo, e di piedi, e Spadone, e à suoi luoghi si discorrerà sopra la natura di ciascuna, e gli effetti, che da loro possono nascere, & i discorsi saranno tali, che agevolmente si potrà comprendere quando sia tempo valersi hor dell'una, & hor dell'altra ragione, e con che avantaggio, e modo si debba andare contra il nimico, ancor che l'huomo, che habbia scienza possa andare come gli piace; perchè trovandosi in qualunque modo farà nascere buono effetto per la cognitione dell'arte, la quale è padrona di tutte le offese, e difese, portando però lo Spadone in debito modo, e secondo le mutationi, & occasioni date