ALL'INVITTISSIMO ET SERENISSIMO MASSIMILIANO RE DI BOEMIA.
MOLTI già s'affaticarono (Invittissimo Rè) per lodare coloro, i quali possedendo qualche particolar virtù, parvero a loro meritevoli di fama eterna, giudicando una sola virtù essere (come è vero) dignissima di lodi. Ma se per una sola parte meritarono alcuni di esser cosi lodati; che meriterà poi Vostra Maestà, nella quale se ne veggono tante et cosi perfette? Taccio la liberalità, & la Magnificenza conosciute in lei miracolose, sapendo io, che la generosissima stirpe sua le porta seco dal ventre materno. Taccio la humanità, et la Magnanimità sua; conoscendo, che le ne è stata la Natura larghißima donatrice, & dico particolarmente di tante altre infinite virtù per proprio studio acquistate, & de' sapientissimi consigli, che in questa prima sua età sono segno di cosi alto discorso, e giudicio. Talche se à questi tempi si trovassero quelli antichi scrittori eccellenti, son certo, che tratti da cosi alto soggetto, à lei sola drizzarebbono i loro intelletti, sicuri che lodandola acquisterebbono più gloria, che non ne darebbono à lei: benche tengo per fermo non