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Ello mio magistro che m'e denanci m'a insegnato che[1] quando a meza spada io son cum uno incrosado che subito me debia acresere in denanci e piglare la sua spada a questo partito, per ferirlo taglo, o punta. Anchora gle posso guastare la gamba per lo modo che voi possete vedere aqui dipento a ferirlo cum pe sopra la schena della gamba, overo sotto lo zinochio.

Lo scolar che m'e denanzi dise del suo magistro, e mio che llo gle ha insignado questo zogo, e per vezuda io lo fazo. A farlo senza dubio ello m'e pocho impazo.

Questo zogo e chiamado lo colpo del vilano, e si fa per tal modo. Zoe che si de aspetare lo vilano ch'ello traga cum sua spada. E quello che aspeta lo colpo di stare in picolo passo cum lo pe stancho denanci. E in quello che lo vilano te tra per ferirte. Acrese lo pe stancho fora de strada inverso la parte dritta. E cum lo dritto pe passa ala traversa fora de strada, piglando lo suo colpo a meza spada e lassa discorere la sua spada a terra, e subito respondigli cum lo fendente per la testa overo per gli brazi overo cum la punta in lo petto come qui dipento. ancora questo e bono.

Questo e lo colpo del vilano ch'e qui denanci de mi. Che bene gle ho posta la punta in lo petto. E cosi gle posseva fare uno colpo per la testa, e per gli brazi cum lo fendente como e ditto denanci. Ancora s'eio[!] volesse lo zugadore contra de mi fare che ello volesse ferirme cum lo riverso sotto gli mie brazi. Io subito acrescho lo pe stancho e meto la mia spada sopra la sua, e non mi po far niente.
  1. "m'a insegnato che" partially effaced.