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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/121

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Di parte dell’artiglieria poi esso dispone, che tiri à gli ultimi termini del muro rotto: accioche offenda i disensori, i quali hanno da star quivi di dietro, per ferire di fianco fl’assalitori: & i pezzi, che son posti per levar le difese, frequentano il tirare alli fianche.

Parimente dal Trincerone si frequenta lo sparare la moschetteria, & archibugieria, della quale tutto il Trincerone è armato.

Con questo modo disposte l’offese, le quali offendendo difendono, si spara la camerata dell’artiglieria: & sotto quel favore, dandosi nelli tamburri, si rimette all’assalto: il qual poi vien rinfrescato dalle genti già commandate; si come di mano in mano, secondo il bisogno, si comanda loro; le quali condotte dal Sergente maggiore fino al bordo del fosso, animosamente assaltano la fortezza.

Il difensore stà in battaglia con la sua gente; & con parte di quella ributta gli assalitori: & oltre di ciò fa ancho questo con l’artiglieria, la quale à vicenda si spara, & con più altre cose s’aiuta, le quali taccio per brevità; ma la miglior difesa, che sia, è di far continuare le maniche d’archibugieri, le quali à vicenda in caraccollo seguitano di sparare.

Manda oltra di ciò solderia nel fosso, affine che possa offendere gli assalitori per le spalle: alla quale s’oppongono i soldati, che sono nelle trincee, & gli fanno ritirate.