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Page:Regole di molti cavagliereschi essercitii (Federico Ghisliero) 1587.pdf/42

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dere bisognando: & di quì co’ moti naturali si difende il corpo coprendolo: il quale così tenuto sempre libero dall’offese, non è sottoposto à gli inganni.

Oltre che questa linea difendente dominerà sempre per disuori la spada contraria; & co’ moti naturali batterà, aiutando sempre le linee alle loro declinationi: perche pochissima forza aggiunge nuovo moto ad alcun peso, che prima si moueua.

Si batterà nondimeno l’ultimo terzo della spada, per esser’ella parte più debole in quest’effetto: se bene, quando ferisce, è la più forte: perche muovendosi di moto violento, la prima parte di qual si voglia cosa inanimata è facile da muoversi nell’altra parte: ilche si deue intendere in questo modo, che essendo ogni cosa continua mossa, facilissimo sia il farla muouere obliquamente da quelle estremita, alle quali è congiunto il motore: perche l’altra estremità si transporta con grandissima celerità.

Et si come delle cose, che si getano, ò tirano, il moto indebolisce nel fine; così nel fine della cosa continua il moto diuiene più debole; & la resistenza minore: & da quella parte le cose più facilmente si spingono, nella quale è maggior debolezza; & perciò minor risistenza: ilche senza dubbio è nel suo fine.

Questo pugnale instrumento difensiuo ci debbe for