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tia della forza dell’huomo: hà finalmente il fine fuor di forza, ò meno forte; il quale è quando il bracio eccede quel piano della spalla: perche il moto diviene più naturale, poiche la violentia và cessando, essendo il braccio poco aiutato dal resto della possanza movente.

Et distinguendosi questi tre termini differentemente, doveremo contra ciascheduno di loro operare: & perche il parare è infimo (di quello della spada parlando) non si dourebbe fare: perche non si concedendo il vacuo nella natura, se l’uno sarà il primo à ferire, il moto, sempre terrà sottoposto l’altro alla parata: onde in due modi si schermiremo dall’offese nimiche.

Nel primo, se si trovaremo in distantia, potremo nel principio del moto ferire: che cosi intraterremo il contrario: il quale percosso (per la natura, che repugna al male) non seguiterà il moto incominciato. Et questo si dirà ferire avanti il tempo, mentre che il moto è debole.

Et avertiremo molto bene, che questo modo di difendersi si faccia risolutamente, mettendo bene il corpo in profilo, con distendersi; & ferendo alle parti diritte, & nemiche: & questo fin tanto, che’l peso del braccio, overo quello della gàba mobile in quel moto starà a piobo verso il centro della terra.