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Page:Scienza d’Arme (Salvator Fabris) 1606.pdf/102

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auersa, che così uerebbe ad’ allontanarsi sempre quello scoperto sopra la spada, & in modo, che gionto alla nimica col pugnale tutto il corpo sarebbe coperto standosi nella guardia, ne mai dourebbe l’huomo operare se prima non si fosse portato tanto inanzi, che hauesse aquistata detta nimica col pugnale, mà aquistata, che l’hauesse douria risoluersi, & continouare di passi naturali, & quanto più il corpo fosse basso, tanto piu sarebbe riuscibile il colpo, douendosi ferire con la medema bassezza di corpo, ne mai fermarsi, ò aspettare, mà andare sempre caminando in giro, & quando ben’ anco il nimico slanzasse qualche stoccata non per quello si dourebbe lasciare di continouare inanzi bene unito, & senza disordinarsi, ne mai slanzarsi, mà andare scorrendo il filo della medesima nimica col pugnale sino al finimento, che cosi si ferirebbe di detta seconda, & di terza, & di quarta secondo l’ occasione, mà col tenersi, sopra il tutto, sempre unito così nella guardia come nel ferire in qualunque modo, che si feresse acciòchc esso nimico non potesse mai entrare con la spada trà l’ una, & l’ altra mano, 56.

SEGVITA ANCORA QVEST’ ALTRA SECONDA, LAQVALE STA co’i piedi eguali slargati l’ uno dall’ altro, col corpo curuato inanzi, & col petto, contra il nimico perdiametro tenendo le braccia, & l’ arme ouate, & alte in modo che cuopre tutta la testa, laquale non può essere offesa dal nimico se non disotto nel meggio, & perche hà il petto contra la punta nimica, quando esso nimico uiene per ferire, può muo-