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Page:Scienza d’Arme (Salvator Fabris) 1606.pdf/17
mato, che armato stimaressimo buono lo seruirssi dell’ uno &dell’ altro, & cosi contra molti, perche il taglio mette in maggiore confusione & in un solo tiro possonsi parare più botte.
COME IL PARARE SIA BVONO E COME FALSO Edi alcuni ehe parano con la sinistra hauendo la sola spada Cap 8.
CHI CONSIDERA BENE IL PARARE TROUA QUELLO essere una spetie di timore, perche chi non temesse di danno non si metterebbe in diffesa, laquale si può dimandare ubbedienza, & seruitù, & è tanto magiore quando lasi fà per neccessità perche chi non uuole essere ferito astretto è di parare, dimodo che quando si può mettere l’ auerssario in cotale obligo di diffesa noi logiudicamo uantaggio grande, perche mentre che uà in quella neccessità di parare può essere ferito nello scoperto, che fà mouendosi, & cosi restando ferito uiene la diffesa ad’ essere stata uana, & quindi alcuni dicono, che il parare sia falso, il che noi confessiamo, quando che semplicemente si adopera, perche fingendo ferire in una parte, & poi ferire in un’ altra, quando propriamente il nimico si muoue à parare esso haurà creduto diffenderssi, & non l’ haurà fatto per essere stato ingannato dalla finta, di maniera tale, che potendosi fare dimeno di parare con lasciare passare i colpi à uuoto, & sfuggire le ponte sempre è migliore, intendiamo, nella sola spada, perche con la spada, è pugnale si può con un’ arma parrare, & con l’ altra ferire in tempo medesimo, & così uiene l’ huomo à saluarsi piu facilmente, mà con la spada sola bisogna operare troppo gindiciosamente uolendo, ehe essa sola faccia questidui effetti di diffesa, & offesa in un punto medesimo, si come è neccessario, perche il parare sia sicuro, & però essendo astretto à parare da qualche taglio fà di mestieri andare alla diffesa col forte da quella parte, oue la nimica spada uiene à cadere, & che nelo stesso tempo la punta uada à ferire con tanta prestezza, che gionga prima, che la detta nimica habbia colpito nell’ altra, acciòche nel darli sopra non si suiasse, & non potesse ferire, & questo si può benissimo osseruare, perche il taglio è più corto della punta, però questo è il uero modo da tenersi, & uedendo non potersi giongere in tempo con la punta non occore di parare, perche è segno, che la nimica non può ariuare, & chi pure dubbitasse puo dilongarsi con un poco di ritirata di corpo con lasciarla cadere, & poi nel fine di essa caduta ferire, & quando pur’ anco si uolesse parare conoscendo di non potere ferire, bisogna con tutto ciò portare la punta della spada come se si uolesse ferire, attesoche questa maniera impedisce il nimico, che non può mutare effetto, & così sciogliendosi da quella seruitù seli pone esso nimico, quale è forzato andare alla diffesa dal uedersi uenire contra il corpo la punta in tempo, il quale nimico, mentre che entra in si fatto timore porge tempo oportuno per essere ferito, di modo tale, che non occore maì à parare se non si ferisse, ouero non si mostra di ferire per mettere[1] l’ istesso nimico nella detta ubbidienza di parare, perche uiene à liberare se medesimo dal pericolo, & metteruelo esso, & anco spesso interuiene, che colui, ilquale uuole ferire di taglio fà tanto grangiro, che si può ferire & saluarsi prima, che la sua spada scenda, perche, oltreche il taglio è più tardo, come altre uolte si è detto, è anco più, cortò & questo riesse con la cognitione del moto nimico, & delle distanze, secondo che l’ istesso nimico uiene più, ò meno inanzi, mà quando la linea sia tanto lontana, che non si possi ariuare si deue mostrare di uolere ferire nel tempo proprio, che la spada gira perfarla
cadere con maggiore precipittatione affine di hauere poi comadità di ferirlo nelo scoperto
- ↑ Originally "mettre", but corrected in the errata.