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Page:Scienza d’Arme (Salvator Fabris) 1606.pdf/8

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A LETTORI.

NON TI MARA VIGLIARE, O LETTORE, SE tu uedrai un huomo di spada non assueto nelle scole, ne frà i circoli de litterati, ilquale presuma di scriuire, & stampare libri, mà più tosto rallegrati di uedere la scienza dell’ armi, & peritia della spada ridotta sotto regole, & precetti, & si come l’ altre arti in forma disciplinabile, ouepotranno i curiosi, & solecitti armigeri anco col uoltare delle carte apprendere amaestramenti, & tanto più delli altri douranno eßi armigeri rallegrarsi quanto, che dalli huomini togati, & scientifici, per nobile concorrenza di laude suoi antichi auerssarij, non sono mai state trasportate le arti loro dalla Theorica alla pratica, si come hora dall’ armigero si conuerte l’ atto pratico in uera theorica, alquale si dee tanta maggior fede, quanto, che diciò che hà egli scritto ne hà prima uedute mille esperienze in se medesmo, & in altrui. Eccoti dunque ò lettore il presente libro di scienza d’armi adornato di figure fecondo la proposta de casi, à loro, come imagini mute danno fiato, & animale nostre parole, quelle saranno demostratrici, & queste interprettatrici detti effetti, & raggioni che in esso libro si trattano, ilquale libro noi habbiamo scritto in lingua italiana materna, lontani dà i fiori rethorici, & da certa elliganza di dire, non uergognandoci confessare la nostra poca eruditione, & con l’ esempio di un famosißimo capitano del nostro secolo dire di non hauere potuto in giouentù nostra tenere nella medisima mano la spada, il libro, crediamo bene di hauere, intorno à quello, che in questa profeßione si richiede, sufficientemente trattato, essendoci sforzati in quanto habbiamo potuto di fuggire l’ oscurità, & la prolißita, se bene in materia tanto sottile, difficile cosa è lo seruare la debbita breuità. Habbiamo lasciato l’uso delle parole geometriche, ancorche la detta profeßone habbia li suoi fondamenti piu nella Geometrhia, che altroue, & con un modo facile, & più tosto naturale, che artifficioso habbiamo procurato di renderla capace ad ogniuno, & di quello, che noi habbiamo scritto, ò dimostrato non ricercamo lode, ne preggto alcuno, non essendo mai stato nostro pensiero di publicarlo al mondo, mà se in esso ui è pure cosa degna di preggio tutto si rifferisca alla Serenißima Majesta del Rè nostro signore, per comandamento dil quale il detto libro uiene nella luce del mondo, & anco in uirtu del quale potiamo dire, d’ hauerlo scritto. Lasciamo di discorrere della nobiltà, & eccellenza dideta profeßione, che per essere da se stessa tanto chiara, esplendente non hà bisogno di nostre parole, ne ui è alcuno tanto ignorante, che non sappia, che con questa si diffendono i Regni, si dilattano, le Religgioni, si uendicano le ingiustitie, & si stabilisse la pace, & felicità de’ popoli. Solo uogliamo ricordare, che doppo l’ a quisto di cosi preggiata uirtù non dee l’huomo insuperbirsi, & usarla uiolentemente neldanno d’altri, mà più tosto con moderatione, & giustitia seruirsene in tutti i casi, douendo aspettare il fine di qualunque sua uittoria, non dalla mano di se stesso, mà si bene dalla giustißima uolontà di Dio, ilquale ci conceda coppie delle sue sante gratie.

DIS-