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Page:Capitolo di M. Mercvrio Spetioli da Fermo (Mercurio Spezioli) 1577.pdf/11

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Ond’egli diße hor à te voglio cedere
 Et al tuo sesso, ma non à tuo figlio
 Ne meno à quelli che son del suo genere.
Cupido all’hor li volea dar di piglio
 Et io li dißi non che è mio prigione,
 Et cosi lo cauai d’vn tal periglio.
Onde di poi per tal occasione
 Costui diuotamente m’hà seruito
 Ponendo l’arte sua in obliuione.
Dunque Muse mie care s’hà fallito
 Per questa volta vò gli perdoniate,
 Et tanto più perch’egli n’è pentito.
Fatel vi prego, fatel se mi amate
 Ch’io lo riceuerò per gran fauore
 Et ne terrò memoria alle giornate.
Voglio che li facciate anco vn fauore
 Che monti sopra il Pegaso Cauallo
 Che far quest’arte ancor li dona il core.
Et vi aßicuro che non farà fallo
 Sotto di lui che à tempo nol correga
 Et poi l’aiuterà col suo interuallo.
Et in tal modo fatta fù la trega
 Tra lui, e le Muse, et d’vn salto leggiero
 Montò sopra il Caual che non si piega.
Ma pria vols veder come è douero
 Se staua la sua briglia al proprio loco
 Et se le cigne feano il suo douero.