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Page:Scienza d’Arme (Salvator Fabris) 1606.pdf/138

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& seruando la detta maniera di saluare la spada se ’l nimico la segue si scuopre, & si sconcerta tanto, che non si può più diffendere, ilquale se anco non seguita, la propria spada uiene a restare più libera, & à cessare il pericolo, 91.

QVESTA, CHE VIENE DIETRO E VNA DI SECONDA SOPRA IL pugnale contra una terza formata col piè sinistro inanzi, dall’ essersi questo, che hà ferito, trouato in terza in passo stretto con la punta in prospettiua della mano del nimico pugnale. & l’ altro in piè manco ilquale si sarà portato inanzi del medesimo manco per occupare col pugnale la nimica punta dalla parte di dentro, & dall’ hauere in quello medesimo punto il ferittore uoltata la mano di terza in seconda spingendosi oltre col destro piede, hà fatto la detta ferita sopra il nimico pugnale, & ha tenuto il suo steso uicino alla nimica punta acciò, che se l’ auerssario hauesse uoluto ferire egli hauesse con poca fatica parato. Può anco tal ferita essere successa perche esso ferittore si sia trouato con la punta in prospettiua della mano del pugnale auerso &, che habbia alquanto abbassata la detta punta, & che ’l ferito l’ habbia seguita col pugnale approssimandosi co’ i piedi affine di occuparla, & che nel proprio instante il ferittore habbia cauato, & uoltato in seconda, & feritolo nel tempo, che l’ altro l’ hà seguito. Ilquale perciò non hà potuto parare. 92.