MA LA LOTTA, CHE SEGVE, LAQVALE HA FERITO IL NImico nel petto può essere successa dall’ hauere quello che hà ferito, finto di ferire di terza di dentro, & dall’ essere l’ altro andato à parare, che però il primo habbia cauato di seconda inanzi che ’l nimico li habbia toccata la spada, & habbia appoggiata la sinistra mano al proprio finimento per maggior fortezza acciò il detto nimico non la possi rispingere, & essere passato del piè manco di dietro al piè destro del nimico, & feritolo nel petto, mettendoli la mano, che era al finimento alla riuersa nella gola, & con spingerlo indietro lo faccia stare per cadere in terra. Può similmente essere, che quello che è ferito sia andato à ritrouare la nimica di fuori con la terza, & il detto nimico habbia cauato di quarta, & perciò esso ferito habbia uoluto parare, nel qual tempo il ferittore cedendo con la punta alla forza[1] auersa sia montato col pomo della spada sopra quella del medesimo ferito, & habbia girata la mano di quarta in seconda in modo, che sia passata sopra la detta nemica dalla parte di fuori, & nelo stesso punto sia ancora passato col piè manco, & fatta la ferita, & la lotta, che si uedono. 182.
- ↑ Originally "sforza", but corrected in the errata. The errata says it should be on page 241, but this is the only instance of the word on the correct line.