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Difference between revisions of "Federico Ghisliero/Introduction"
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Latest revision as of 21:34, 19 September 2020
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Rules for Many Knightly Exercises | Regole di molti cavagliereschi essercitii | |
To the most sovereign Lord
Ranuccio Farnese Prince of Parma, Piacenza, etc The grace, the most sovereign lord, that your highness deigned to do me, by making use of me on the occasion of playing at arms, reminded me that it was but little to have worked with his personage on the same occasion; and that therefore my duty was to make a collection, almost in summary, of all that, about the Theory, as well as the Practice, which by showing in words, & by working with the person, I have fatigued myself willingly, to obey, to explain them. And I did this not to credit myself or to know perfectly the profession of ' |
Al Serenissimo Sig.
Ranuccio Farnese Principe di Parma, et Piacenza, &c. La gratia, Serenissimo Signoro; che V. A. s’e degnata a di farmi col servir si di me nell’occasione del giocar d’armi, m’ha ricordato, che ‘essermi adoperato solo con la persona nella medesima occasione sia stato poco; & che percio mio debito fosse di fare una raccolta, quasi in compendio, di tutto quello, cosi circa la Theorica, come circa la Prattica, ch’io col mostrare in parole, & con l‘operare con la persona, mi sono affaticato volontieri, per ubbidire a lei, d’esplicarle. Et questo ho fatto non per credermi o di saper perfettamente la professione dell’ | |
dell' adoperar l’armi (che la prefession mia veramente non e questa; ma e quella di militia) o di poter con questo mezzo ricompensar la medesima gratia: perche nell’uno so certo di mancare in molte cose, se ben posso tenermi a molta ventura, & rallegrarmi meco stesso d’esser stato fattura dell'Illustrissimo Signore Silvio Piccolomini, alla cortesissima humanita del quale, in cio sempre mostrata verso me, ne rendo quelle maggiori gratie, che da me si debbono: nell’altro, come potrei io mai ricompersare a vostra altezza il ricevuto, s’a farlo non mi bastrebbono mille fatiche, ch’io ne spendessi di piu? Ma questo hò voluto fare, accioch'ella habbia segno da me della mia affettuosissima inclinatione, ch'io ho di continuamente servirla, & d'adoperarmi per lei con l'opera, come sempre farei con la vita. Aggiungo a questo un'ardentissimo desiderio, ch'anch'io ho insieme con gli altri suoi fidelissimo servitori. Il qual'è in questo primo fiore dell'et à sua di volerla aiutare in quello, che parimente da me si puo, per sumministrarle, ancho con questa via da me mostrata, occasione, ond'ella possa assuefarsi all'essercitio della persona: il quale quanto pro-fitto | ||
fitto faccia in universale alla piu sicura conservation della vita, lo mostrano coloro, che particolarmente hanno trattato di questo. Lo mostrano tanti Gimnasii, & tanti altri luochi gia da gli antichi Imperatori (come si legge; & a nostri di ancho se ne veggono i vestigi) fabricati & in Roma, & in altre parti del mondo: affine che & essi medesimi, & i popoli loro ne prendessero essercitandosi in diverse maniere quella utilita, che dall'essercitio nasce non solo al corpo, ma ancho all'animo: dal qual commodo si vien poi con maggior facilita ad acquistare attitudine per adoperarsi nelle cose cosi di pace, come di guerra. Et se questo guadagno potiamo far con mill'altre occasioni, si potiamo molto ben farlo con la via di quest'arte della schrima: dalla quale in un tempo medesimo trahemo due frutti: l'uno e quel, ch'io dissi, il vigore, & la robustezza dell'animo, & del corpo. L'altro e o facendosi da scherzo, o da dovero adoperandosi, il sapersi difendere contra l'insulto di chi che sia: che questo e il principal fine di colui, che in questo studio s'essercita. Accetti dunque Vostra Altezza per benignita sua questa | ||
questa mia fatica in quel medesimo grado, che si sogliono accettar le piu. care case; che cosa piu cara certo a noi non debbe essere, che quella, dalla quale si possono conseguire, & la conservatione della vita, & la recreatione della mente. Et tanto piu volontieri ella dovra accetar questo mio dono accompagnato da fidelissimo consiglio (che talhora ancho non si disdice al servitore di ben consigliare il Signor suo) quanto che debbiamo tener per certo, ch'ella sara per far cio con l'essempio del Serenissimo Signor Duca ALESSANDRO suo Padre: il quale senza dubbio nella medesima et a di Vostra Altezza dispensando il tempo in essercitii di questa honoratissima qualita, e finalmente giunto a quella grandezza di nome, & di fatti, della quale hoggi non pure e testimonio tutta la Fiandra; ma ancho tutta l'Italia, & quasi tutto il mondo stupisce dell'incomparabil suo valore. Al quale per gli principii, che tuttavia in Vostra Altezza manifestamente si scuoprono, non ha alcuno, che in fallibilimente non speri di veder lei caminar con le medesime vie di pari. La qual gratia piaccia a Nostro Signor Dio d'essequire abon-dante- | ||
dantamente nella Serenissima persona sua; & à me di compitamente vederla essequita. Et con humilissima riverenza le bacio le mani.
Del Palazzo di Vostra Altezza in Parma gli 22 d'Aprile 1587. Di Vostra Altezza Serenissima. Humilis. & devotiss. Servitore. Federico Ghisliero. |