¶ Questo e un altro modo di guastarte lo brazzo.
E per venir in altri zoghi q e prese, io questo zogho fazo.
Anchora digo che se fossi afferradi d'una lanza cum
tal firir in lei, overo che me disferraria, overo
che l'asta del ferro io partiria.
¶ Questo e un altro far lassar anchora e meglor
da disferar una lanza. Anchora digo che se cum forza
io ti fiero in la zuntura dela man che mi tene per lo
cavezzo, Io mi tegno certo che io te la dislogaro, se tu
non la fuzi via. Lo contrario io lo voglio palentare.
In quello che lo scolar vene zo cum gli brazzi per dislogar
la mane delo zugadore, subito lo zugadore
de tore via la mano del cavezzo delo scolar. E
subito cum la daga in lo petto lo po guastar.
¶ Per questo modo in terra ti voglio butare inanzi
che la daga mi vegna aproximare. E si la daga tua
sara a'mezo camm per me ferire, Le prese ch'io lassaro
e la tua daga voro seguire. Che tu no mi pora offender
per modo che sia, che cum li zoghi deli rimedii ti
faro vilania.
¶ Questo e un zogho di farse lassar, Salvo che
si lo mio pe dritto dredo lo tuo stancho io faczo[!] avanzare,
tu porissi andar in terra senza fallo. E si questo
zogho a mi non basta, Cum altri, dela tua daga
ti faro una tasta. Pero che'l mio chore e'l'ochio altro
non guarda, che a tor ti la daga senza dimora e
tarda.