¶ Questa e una presa la qual no a contrario
ne deffesa. E qui la daga ti posso tore. E a ligarte
non m'e fadiga. Dislogarte'l brazo, e non me briga.
Partir non ti poii sença mia libertade. E guastar
ti posso, a mia voluntade.
¶ La daga tu perdi per tal modo che ti tegno. E tolta ti
la daga io ti posso ligare. E in la ligadura di sotto
ti faro stentare. Quella ch'e la chiave del abrazare
In quella ti voglio ligare. E chi gl'intra non gli po
essire. Pero grande pene e stente gli conven sofrire.
¶ Questa e chiamada ligadura di sotto e la
chiave forte. che cum tal ligadura armado e disarmado
se po dar la morte, che in tutti loghi pericolosi
po ferire. E di si fatta ligadura no po essire.
E chi gl'entra gli sta cum briga e cum stenta. Segondo
che si vede ne la figura dipenta.
¶ Questo e lo contrario del terzo Re çoe quello che
zogha a man riversa. I o, fatta contra luy questa
ligadura. Armado e disarmado ella e bona e sigura.
E se un disarmado piglo in queste modo, guasto gli
la mane, e anchora la disnodo dislogo. E per doglia
sotto gli mie pie lo faro inzenochiare. S'io lo voro
ferire, quello poro ben fare.