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appresso dove parlamo dela battaglia de nobili.

De doi inimici che facciano pace, se venendo a nova querela de battaglia se rompe la pace. Capitulo XIII.

Doi cavalieri nobilissimi per loro inimiitie venero a disfida de che volseno venire ad battaglia; & composte loro inimicitie feceno pace, & giurorno de inimicitie nullo de lorodoverse recordare; & facta la pace venero ad nove brighe, & altre querele de battaglia, donde se disfidorno in modo che intrando nel campo chiuso da perona a persona luno dono a l'altro nel campo chiuso da persona a persona luno dono a l'altro de molte ferite; & dapo il ferito accusa quello che lo ha debilitato, allegando che havendo promesso non offenderlo l'ha offeso. Se dimanda se ha prevaricato il sacramento quello lo ha oltragiato, o se po dire essere venuto contra la obligatione con lo giuramento facendolo periurio, & cavaliero de reproccia, cioe repulsa, & non degno venire a battaglia de boni cavalieri. Concludese che non ha mancato il cavaliero alo suo honore como la causa dela brigha e stata per nova cagione, & quella pace non preiudica ale cose future gia mai dale parte pensate ne ala pace dechiarato, & senza inganno non essendogli commessa fraude secondoBartholo ha facto como bono cavaliero.

De uno che promesse fare desdire uno altro sotto una pena, se non observando se po venire a battaglia. Capitulo XIIII.