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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/187
non lo fara nobile la nobilita paterna; et perche lhomo e animale rotionale[1] si deve appellar homo della virtu pnpria & non di quella d'altrui, laqual virtu se non l'havera non sera homo rationale, ne nobile; & impero uno ignobile, & vitioso non potra essere nobilitato dala virtu aliena ma dalla propria virtu concorrendo la natura paterna, & dice Ovidio, che quella virtu laqual non habiamo da nui[2] non se pol dir nostra, & quello il quale descende de nobel patre se presume essere di bona natura, & di questa nobilita degenere, o di natura non parla Bartholo ma dice di quella che e causata per gratia del principe, & quella nobilita laqual e della natura, o genere, e la vera nobilita quavdo glie accompagnata con gli boni portamenti, & con acti virtuosi, & bon costumi, dalla qual nobilita di natura prevene naturalmente la virtu laqual e ornamnto dela nobilita; senza laquale non po essere chiara & vera nobilita; perche la nobilita di natura preveniente da una nobile semenza in un homo senza virtu, & senza bon costumi sera como un bel grano seminato nel terreno secco o tristo, & arrido, il quale, gli nasce di ventura un tristo frumento, & de altra specie di sementa di quella che fo seminata, & la nobilita non po essere senza mistura de virtu; & imero dice ioan andrea , la nobilita de l'homo e una propagatione de virtu, & la nobilita e virtu che non teme se nov le cose turpe, & deshoneste, & la nobilita sie tenere ragione della natura; & licet molte sieno le nobilita, ma quella e la vera nobilita laqual procede dalla natura concurrente la virtu la quale sie causa della natura bona; & che questo sia el vero Bartholo non parla di questa nobilita si monstra per