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Qui cominza Spada e daga a zugare. La vantazo e grande a chi lo sa fare. Lo Magistro spetta in questa guardia. E la guardia se chiama dente di zenghiaro. Vegna tagli e punte che di quelle mi so guardare. Lo pe dritto cum rebatter in dredo lu faro tornare. Lo zogo stretto so a mente e non lo posso fallare. A uno a uno vegna chi contra me vol fare. Che se ello non me fuzi io lo guastaro in un voltare.

Lo mio magistro cotra[!] la punta fa tal coverta e subito fieri in lo volto overo in lo petto. E cum daga contra Spada sempre vole zogo stretto. Qui son stretto e ti posso ben ferire, o vogli o no tu lo conven sofrire.

Si lo zugadore che m'e denanci avesse sapuda fare tal deffesa, Se ello avesse la mano stancha al scolaro posta a questo modo dredo lo suo cubito voltandole per tal manera che qui si mostra, a me non bisognava far contrario del magistro che sta cum la daga in posta.

Si a lo magistro che sta in posta cum la daga cum spada gli vene tratto de fendente per la testa, Ello passa inançi e questa coverta ello fa presta e dagli volta penzando lu cubito. E quello po ferir ben subito. Anchora la spada cum lo so brazo gli po ligare per quello modo che lo quarto zogo di spada d'una mane sa fare. E anchora in la daga allo terço zogo troverai quella ligadura mezana. che apresso lo volto sta serada ad una spana.