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Page:Trattato di Scientia d'Arme, con vn Dialogo di Filosofia (Camillo Agrippa) 1553.pdf/133
Et se li sopradetti si ritrouassero come si vede nel presente atto, benche iudicarebbe ogn'uno, che'vno di maggior forza n'hauesse il meglio: nondimeno vno di minore per auantaggio suo spingendo, & nel spinger' fermandosi, per inuitare il nemico à spingere quanto ponno le forse sue, & nel medesimo tempo ch'il nemico spingesse, Questo disarmando col tirar' à dietro, et accompagnando la forza del nemico in fore, potria andare ad inuestirlo lassando la botta del nemico uota.
Et quando anco fossero attaccati insieme con li vnzini, & ogn'vno tirasse per auantaggiar' la botta, quello di minor forza tirando potria andare col pie dritto appresso il manco, mostrando la vita in piano à l'auersario, perche à l'hora ceda, & spinga contra di lui, & girando in vn subito adietro con la vita, accompagnarebbe l'arma del nemico in fore, & rimettendo la sua, andaria ad inuestirlo crescendo col pie manco. et se pur' la maggior forza non spingesse, ne cedesse, ma tirasse à se: nel medesimo tempo la minore passando à mano manca, spingeria vna botta determinata ragioneuolmente.