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Page:Opera Nova (Antonio Manciolino) 1531.pdf/86

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sue bene composte uoci, el tanto armonizzante suono, è fuori del diritto conoscimento, et chi anchora quella istessa eloquentia in cui non fosse conueneuole, uituperasse, sarebbe giudicioso detto. Quindi gli saui scrittori secondo le conditioni delle persone nelle loro opre introdotte parlare, & rispondere le fanno, che come non conuiene ad uno gia carico di senno e di anni di giouenili uestimenti ornarsi, ne di cose amorose far contezza, cosi ad uno militante, & macchiato di rugine per le sempre por tate armi disdicerebbe con quella lingua proferere alcuna elegantia, alla quale ha fatto sostenere tanta sete & di giuni nelli continoui disagi della guerra & piu uolte del la poluere per il spatioso aere uolante renduta satolla, se tale non fusse, quale il magnanimo Aiace contra il segace Vlisse nella contesa dell’armi di Achille dauanti gli Prencipi di tutta la Grecia pronuntio, tutto che Aiace di Soldato, & Vlisse di Oratore facendo mostrassono gli effetti, ne è percio, l’oratione di Vlisse (se delli colori per suasibili priuata fosse) a quella di Aiace soprana, anzi come una Diana spogliata de gli suoi belli ornamenti e Venere, appresso la sempre ignuda ma bella Pales Dea de gli pastori. Perche chiudere uolgio, che quantunque io dauanti gli conspetti de gli huomini per cagion di orare non uenghi, non fia per cio il parlar mio si iregolato per tutto, che pareggiar non si possi se non di fuori, almeno sotto gli ornati panni a molte moderne opre, da quelli intorniate. Ma seguitando la mia fatica quarta, dico, che in quella comporro l’arte di spada da filo & targa, ouer brocchero largo, laquale essendo bene appre-