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Page:Duello, libro de re (Paride de Pozzo) 1521.pdf/235

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gnita e piu nobile che un'altro nobile per natura, o per nobilita darme o de virtu, & potra dire ad ogni signore, se nobile sei, & io nobile sonno, & ad te equale ad montare a quella dignita che tu sei, se Dio over la fortuna lo volesse; & per non venire ogni persona ad equalita con gli nobili; dice Baldo che uno vile non potra combattere con uno nobile per non montare a tal dignita per homini in fami seranno reprobati de non combattere da persona a persona con nobili; et la mala vita non fa montare gli homini a quelle cose che a loro non sonno convenienti, ne farse equali a gli virtuosi con loro de meriti. Dice Salustio chi contende con homo misero & vile, simile a lui li fa, & vole la longobarda lege che tutti quelli che sonno prohibiti per loro infamia, delicti, & mala vita de non essere auditi in advocare al iudicio civile, sonno prohibiti in iudicio di arme per la turpitudine de la loro vita, perche gli advocati pugnano con la loro scientia, & con la voce al iudicio civile; & gli armigeri con la coraza, & con la spata al iudicio della battaglia, o vero militare, & in cio sonno simili iudicii, battaglie iudiciale, & di arme, & questi homini vili & infami como sonno cacciati da testimonii, & da non potere accusar, & da ogni degno officio, cosi se repelleno de larte militare dalla presentia, et dal comitato di ogne principe, & questi sonno quelli che epsi, o loro antecessori havessero commessa proditione contra gli principi, o contra la patria, & non fossero restituti; perche in tal caso, loro & gli descendenti non nati fin al terzo grado haranno tal repulso; anchora uno cavagliero, o armigero che fosse stato transfuga a l'hoste, o a gli inimici del