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Giovan Antonio Lovino
Giovan Antonio Lovino | |
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Died | Milan |
Occupation | Fencing master |
Patron | Luigi Arluno (?) |
Genres | Fencing manual |
Language | Italian |
Manuscript(s) | MS Italien 959 (ca. 1580) |
Translations |
Giovan Antonio Lovino was a 16th century Italian fencing master. Little is known about this master's life, but he states in his treatise that he had studied fencing for 22 years at the time.
In ca. 1580, Lovino completed a treatise on fencing with the rapier (single, double, and with buckler, shield, and cloak), two-handed sword, and polearms, which he dedicated to Henri III, King of France. This work, though clearly expensive and wide-ranging, was essentially intended to earn Henri's sponsorship for an even more extensive treatise on the fencing styles of the world (which seems to have never been written).
Treatise
Illustrations |
Draft Translation |
Presentation manuscript (ca. 1580) |
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Text authorized for copying | [IIIr] Allo Invitissimo et Christianissimo Enrico III, Re di Francia
et Polonia. IO non potrei mai, sacratissimo, et invittissimo Re, con parole bastevolmente isprimere quanto io sia stato per lo continuo desideroso di farmi conoscere dalla Maestà Vostra Christianissima, per quello affettionatissimo et humilissimo servitore che le son sempre stato et sarò mentre mi viva. Ma vedendo di non poter adempire questo mio honestissimo desiderio, se non col mezo di alcuna honorata et opportuna occasione, dopò molti discorsi fatti fra me stesso, come ciò potessi fare; finalmente mi si è appresentato il modo di scoprire à V. Maestà l'affettione et servitu mia verso di lei, col mezo di una cosa molto convenevole all grandezza dello invitto suo animo; et all altezza del suo stato reale molto conforme. La qual cosa sarà l'opera, che io di questi anni scrissi intorno all prattica et theorica del bene, et con ragione adoperare, et maneggaire, tutte le sorti di arme. Il che io tanto piu volentieri mi son proposto di fare; quanto che da molti iIlustri, et gran personaggi; ho inteso, come V. Maestà sopra ogni altro suo magnanimo, et real pensiero; et tutta volta, et tutta volta, et tutta data; a questa heroica, et principale professione delle arme: del che en posso fare ampia testimonianza al mondo, le grandi, et difficili imprese, da lei in questa sua giovenetta eta; condotte a votivo, et felice fine. La onde questo nostro secolo non fa per anchora risolversi, qual receva maggior ornamento, et splendore; o la Mta Vostra dalle arme; o le arme da lei. Io essendomi lungamente con molto prositto, honoratamente exercitato in detta scientia; la quale veramente e regina di tutte le' altre scientie; come V. Maestà potra giudicare col suo divinissimo ingegno; dallo armeggiare, et dallo exercitarsi, che ella fa tutto di nelle arme. Havendo scritto in questa facolta uno mio libro; et per giovare solamente; quanto in me sia; a tutti i gentilhuomini, et Cavalieri, che facciano veramente professione di arme; et di honore; ho preso animo, et sicurezza; col mezo del detto mio libro; di palesare alla Maestà V. quello, che io per lo continuo, ho cotanto disiderato; cio e la infinita devotione, et servitu mia, verso la Christianissima sua corona. Per tanto io ho dedicato et consacrato à V. Maestà esso mio libro, il quale le sarà saggio, et guida, di alcune altre mie fatiche, pur in tal materia fatte, che io tuttavia vado apparecchiando, per appresentargliele. Mando adunque alla Maestà V. il libro per mano del molto generoso S.or Luigi Arluno, nobilissimo gentilhuomo Milanese: dal quale ciascuno honorato gentilhuomo, et Cavaliero, può honoratamente pigliare lo essempio del vero valore; et la forma della vera cortesia. Questo valoroso gentilhuomo mio principale, et caro amico, al quale per le infinite sue cortesie sono molto obligato; [IIIv] tutto desideroso di servire à V. Maestà ha preso carico di appresentare il detto mio libro; alla Christianissima sua Corona, la quale priego humilmente sia servita, di accettarlo in dono, con quel benigno, et cortese animo, con che io tutto riverente glie lo porgo, et dono. Et non guardando punto alla qualita del dono, ma all’animo di chi glie lo dona; si ricordi che non e minor laude, a un gran Re, lo accettare le cose piccole, di quello che sia il donare le grandi. Et a V. Maestà Con ogni riverenza mi inchino; et con ogni humilta bascio i sacratissimi ginocchi :~ Di V. Maestà Christianissima Humilissimo servitore, Gio: Antonio Lovino :~ |
Illustrations |
Draft Translation |
Presentation manuscript (ca. 1580) |
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Text authorized for copying | [01r] MODO DI CACCIAR MANO ALLA SPADA
HAvendo io veduto. Serenissimo Re il commune uso; anzi per dir meglio; piu tosto abuso; non tanto delle’persone idiote, che fanno questa professione di arme, quanto anchora di coloro, che in essa scientia hanno composto diversi volumi: circa il modo col quale l’huomo si debe appresentare per cacciar mano alla spada; nel che tutti tirati da una certa naturale inclinatione; si fermano con la gamba dritta inanzi; senza punto considerare che la perfettione di questa scientia, consiste primieramente in non far cosa alcuna pericolosa ne di perdimento alcuno di tempo. Per tanto accio che la Maesta Vostra, possa col suo altissimo intelletto, conoscere’da queste mie ragioni, lavera, et nuda verita del fatto; dico che volendo l’huomo metter mano alla spada: col piede dritto inazi resta in quel medesimo tempo suggetto, et in pericolo, che il nimico non si gli faccia sotto, et che gli preda il braccio. Oltra che occorre anchora questo altro incommodo; che esso nel cacciar mano alla spada; fermato nel modo che si e detto di sopra; con fatica, et con disavantaggio di un palmo di spada puo cavare’la spada del fodro. Il che non gli auverra se esso si sara fermato col piede stanco inanzi; come si [01v.1] come si puo vedere’nella figura di sopra, impero che egli in tal modo fermato potra con piu facilita cavar la spada del fodro: et nel medesimo instante, trovarsi appresentato in guardia: come chiaramente appare, nel seguente disegno; senza perdita alcuna di tempo, et senza mettersi a rischio di dar tempo al suo aversario: di poterlo in qual che modo soffogare. | |
[01v.2] Appresso, per haver anchora maggior avantaggio di spada, nel cavarla del fodro; molto giova in quel tempo, che essa si cava, far che la man stanca; la qual communemente si mette alla cinta della spada a basso, tiri in quello instante in dietro il fodro; percioche cosi facendo, si viene a cavar la spada piu tosto; per lo avantaggio che si piglia, nel tirar che si fa in dietro del fodro. | ||
[01v.3] Ora, occorrendo che l’huomo si trovasse cosi vicino al suo nimico, che esso non havesse tempo alcuno di poter cavar la spada; egli potra; se si sara fermato, come di sopra; subito voltar contra la punta della spada, cosi con tutto il fodro; et in quello instante lasciar la gamba stanca in quel modo, che ella si trova; tirando solamente la gamba dritta in dietro; a modo di riverenza lunga; cacciando parimente tutto a un tempo, mano alla spada; il che si fara presto; per causa di quella ritirata; che si e fatta della gamba dritta in dietro. A questo l’huomo essercitandosi conoscera con la prattica, che esso sara si presto a metter mano alla spada, come un altro al pugnale. Io potrei dire sopra di cio molte altre ragioni se io non cercassi di toccare in questi miei scritti solamente i punti principale, et necessari accio che la M.V prenda quel frutto, et senta quel gusto in questi miei componimenti, che io desidero di darle; col fuggire’ogni prolissita che potesse portarle alcuno fastidio :~ |
For further information, including transcription and translation notes, see the discussion page.
Work | Author(s) | Source | License |
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Images | Bibliothèque nationale de France | Gallica | |
Translation | Adam Kaye | Document circulated online | |
Transcription | Luis Román Menéndez Bejarano | Index:Modo di cacciare mano all spada (MS Italien 959) |
Additional Resources
The following is a list of publications containing scans, transcriptions, and translations relevant to this article, as well as published peer-reviewed research.
- Lovino, Giovan Antonio (1909). Traite d'escrime dedie au roi Henri III. Reproduction reduite des 66 miniatures du manuscrits italien 959 de la Bibliotheque nationale. Paris: Impr. Berthaud.